Diritto Ambientale

G20 Napoli: sconfitte e conquiste per il clima e l’ambiente

Introduzione

Il 22 e il 23 luglio si è svolto a Napoli il G20 incentrato sull’ambiente, sul clima e l’energia.

Il G20 è un foro internazionale dei Paesi che producono più dell’80% del consumo energetico mondiale e la maggior parte dei produttori di energie rinnovabili.

I Paesi partecipanti sono stati: Arabia Saudita, Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Corea del Sud, Francia, Germania, Giappone, India, Indonesia, Italia, Messico, Regno Unito, Russia, Stati Uniti, Sud Africa, Turchia e Unione Europea. Ulteriormente, al G20 hanno partecipano varie organizzazioni internazionali e regionali per offrire una maggiore rappresentatività.

Tale incontro ha rivestito importanza anche per la preparazione della conferenza dell’ONU sul clima che si svolgerà a novembre a Glasgow, nota come Cop26.

Quali risultati?

Dopo il primo giorno in cui sono stati conclusi i primi accordi in materia di ambiente, purtroppo, non è stato raggiunto l’accordo completo sul clima e l’energia, in particolare sull’impegno a eliminare il carbone della produzione energetica nel 2025 e l’obiettivo di rimanere sotto 1,5° di riscaldamento globale al 2030[1].

Il risultato complessivo del forum è stato la conferma degli impegni già assunti dall’Accordo di Parigi, ma non si è trovato un accordo sui punti ritenuti più importanti.

In particolare, su questi ultimi due punti, gli Stati Uniti, l’Europa, il Giappone e il Canada erano favorevoli, mentre i Paesi in via di sviluppo come l’India, Brasile ma anche la Cina e l’Arabia Saudita si sono espressi negativamente, portando a rinviare l’esame di tali proposte al G 20 dei capi di Stato e di governo che si terrà ad ottobre a Roma.

Come conseguenza del mancato raggiungimento dell’accordo sulla soglia di sicurezza di 1,5 °C, sono stati espressi forti malumori anche tra le principali ONG ambientaliste di vari paesi europei, tra le quali Friday For Future, Peacelink, Client Earth che hanno annunciato di voler fare uso di “tutti gli strumenti a disposizione, inclusi quelli legali pur di prevenire gli effetti del cambiamento climatico”[2] e hanno sottolineato come 16 dei membri del G20 siano già sottoposti a processi per  l’inadeguata azione climatica tra cui: Canada, Francia, Germania, Italia, Regno Unito, Stati Uniti.

Ambiente

Il giorno 22 luglio, il Comunicato sull’ambiente ha stabilito alcune aree tematiche:

Biodiversità
  • Tutela della biodiversità e attenzione al ripristino degli ecosistemi. In particolare protezione degli oceani e dei mari, con attenzione soprattutto all’inquinamento dalle plastiche, la difesa e il recupero del suolo e la protezione delle risorse idriche.

Si è scelto di utilizzare soluzioni volti a ripristinare i terreni degradati, prevenire i cambiamenti climatici e impedire la perdita della biodiversità. Queste decisioni dovranno essere utili non solo per l’ambiente, ma anche per i settori economici e sociali (garanzia di uno sviluppo economico durevole e compatibile con l’ambiente e l’inclusione sociale).

Nel campo della tutela del suolo, è prevista la promozione di azioni di recupero delle aree degradate, secondo quanto già previsto dal Target 15.3 dell’Agenda 2030, al fine di recuperare almeno il 50% di queste, conseguendo anche numerosi vantaggi per le condizioni di vita degli abitanti dei luoghi a rischio.

È stata riconosciuta, inoltre, la necessità di intensificare le azioni per la conservazione, e la protezione degli oceani e dei mari, anche attraverso l’individuazione delle aree marittime protette che devono essere efficacemente gestite e si è rimarcata l’importanza della lotta al Marine Litter[3], con l’impegno di aumentare le collaborazioni con il settore privato per produrre oggetti durevoli e riciclabili e rafforzare l’impegno con le organizzazioni internazionali e le parti interessate, anche per incrementare la consapevolezza e formare competenze adeguate in questo settore.

Importante è anche il richiamo alla necessità di tutelare le barriere coralline e il ruolo fondamentale che può essere svolto dalle convenzioni e organizzazioni regionali (Regional Sea Convention).

Economia circolare
  • Maggiore utilizzo dell’economia circolare con attenzioni sui modelli delle città circolari, l’educazione e la formazione.

È prevista la cooperazione multilaterale in questo modello di economia per garantire esempi sostenibili di produzione e aumentare in misura doppia la circolarità dei materiali; il tutto da raggiungere, come obiettivo, entro il 2030. Necessario, però, è anche l’inclusione dei giovani all’interno dei processi decisionali delle questioni ambientali; infatti il G20 riconosce come fondamentale l’educazione e la responsabilizzazione dei giovani sui temi legati alla tutela dell’ambiente e l’apprendimento delle competenze fondamentali per arrivare verso una economia circolare verde.

Finanza verde
  • Sistema finanziario globale concentrato sulla necessità di finanziare la protezione e ricostruzione degli ecosistemi.[4]

In questo caso l’obiettivo è stato quello di rafforzare gli investimenti per promuovere impegni finanziari destinati al clima, gli ecosistemi e la biodiversità, insieme alla considerazione della crescita e sviluppo sostenibile[5].

Clima ed energia

Il giorno 23 luglio, nell’Accordo su clima ed energia, i punti individuati sono stati i seguenti:

Lotta al cambiamento climatico
  • Riaffermazione degli impegni dell’Accordo di Parigi, considerando sempre la Cop 26 di Glasgow. Rimane centrale l’obiettivo di mantenere la temperatura sotto i 2° e l’impegno per l’aumento degli aiuti per i Paesi in via di sviluppo.
  • Sforzi concreti nella transizione energetica con attenzione e decisione sulla cooperazione nell’impiego nella diffusione di tecnologie rinnovabili, come previsto dall’accordo di Parigi. Questo punto è realizzato attraverso le energie rinnovabili offshore e l’efficienza energetica per ridurre i gas serra e incentivare la crescita economica sostenibile.

Anche la Russia e la Cina si impegnano ad eliminare gradualmente la produzione del carbone, riconoscendo come l’efficienza energetica sia fondamentale nella transizione verso l’energia pulita e la crescita economica.

Finanza e sviluppo per l’ambiente
  • Orientamento degli sforzi finanziari ed economici verso gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, anche attraverso l’utilizzo dei pacchetti adottati per la ripresa del COVID 19 e l’uso degli strumenti politici disponibili.
  • Ripresa sostenibile e inclusiva allineata con l’Accordo di Parigi e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile per aumentare la resilienza economica e sociale. Questi possono essere realizzati attraverso politiche, strumenti e tecnologie che permettano progressi sostanziali verso i traguardi individuati.

Perciò, pur dando priorità alla lotta al COVID-19, i Paesi del G20 ha destinato parte dei fondi per i piani nazionali di ripresa per la mitigazione dei cambiamenti climatici, anche attraverso strumenti di partenariato pubblico-privato.

I paesi del G20 ritengono che sia possibile realizzare misure di ripresa sostenibile e inclusiva attraverso la condivisione delle migliori esperienze politiche e strutturali. Riconoscono l’importanza dei pacchetti nazionali per la ripresa, sia nelle azioni a breve termine sia nelle strategie a lungo termine (NDCs e LTS).

Per realizzare questi obiettivi è necessario che i Paesi sviluppino nuove innovazioni sia nel settore pubblico che in quello privato, anche attraverso collaborazioni livello internazionale. I progetti riguardano principalmente la ricerca dello sviluppo delle tecnologie per l’efficienza energetica anche attraverso politiche fiscali che promuovano gli investimenti verso l’innovazione sostenibile. Ulteriori progetti sottoposti alle politiche fiscali favorevoli riguardano la promozione dell’istruzione e la creazione di nuovi modelli di produzione e consumo sostenibili.

Smart City
  • Creazione di smart city, città in cui si cerchi di costruire un rapporto armonioso con la natura e ridurre le emissioni di gas serra, anche attraverso iniziative dal basso come il Patto dei sindaci[6] o la mobilità sostenibile e conveniente. Incentivazione all’uso dell’energia rinnovabile attraverso l’energia idroelettrica, lo stoccaggio di energia, le reti intelligenti.[7]

Fonti

[1] Obiettivo individuato già nell’Accordo di Parigi che richiede di mantenere il riscaldamento globale sotto i 2° e di giungere alla limitazione di 1,5° rispetto ai livelli pre-industriali.

[2] La lettera è consultabile al sito: https://www.greenplanner.it/2021/07/23/lettera-aperta-ministri-ambiente-g20/

[3] Consiste in oggetti  utilizzati quotidianamente dall’uomo e poi dispersi in mare; possono essere anche oggetti abbandonati nei fiumi o scarichi urbani che poi raggiungono il mare. Esempi di Marine Litter possono essere la plastica, il metallo, il vetro. Definizione tratta da Ispra, Strategia per l’ambiente marino, descrittore 10-rifiuti marini.

[4] https://www.g20.org/wp-content/uploads/2021/07/2021_07_22_ITG20_ENV_Final.pdf

[5] https://www.isprambiente.gov.it/files2021/notizie/comunicato-g20.pdf

[6] Iniziativa della Commissione Europea lanciata nel 2008 per riunire le città che intendano svolgere una serie coordinata di iniziative per la lotta ai cambiamenti climatici. Nel 2021 il Patto riunisce più di 7.500 aderenti provenienti da 53 paesi. I soggetti iscritti al Patto si pongono come obiettivo quello di raggiungere e superare gli obiettivi del proprio Paese sul clima e l’energia.

[7] Ministero della transizione ecologica, G20 energia e clima: un accordo storico che guarda al futuro e punta alla Cop 26, 23 luglio 2021.

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Gilda Suma
Laureata in giurisprudenza e interessata particolarmente alle applicazioni del diritto nella tutela dell'ambiente. La materia è ancora relativamente giovane, ma sono convinta che l'attenzione delle nuove generazioni permetterà uno sviluppo fiorente nel settore.

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