Ingegneria EnergeticaNews

AGNES – eolico e fotovoltaico in mare

Nell’ultimo periodo si è parlato molto di investimenti da parte dell’Italia e dell’Europa riguardo il cosiddetto “idrogeno verde” di cui abbiamo già parlato nell’articolo: Idrogeno – Steam Reforming.

Gli investimenti ed il piano energetico di un Paese non può però chiaramente basarsi su un solo ramo, ed ecco che sono stati promossi diversi piani per la realizzazione di parchi eolici nearshore ed offhore in Italia. Ne avevamo accennato nell’articolo: Eolico post COVID-19, in questo caso ci concentriamo sul nuovo progetto promosso da colossi nel campo energetico quali Saipem e Quint’x che investiranno 1 miliardo di euro circa nel progetto Agnes, ovvero “the Adriatic Green Network of Energy Sources”. Si tratta quindi di puntare alla realizzazione nel Mar Adriatico di un distretto energetico verde integrato nei pressi di Ravenna.

Il progetto AGNES

Agnes prevede la realizzazione di un cosiddetto “hub energetico”  (un centro che funga da punto di incontro tra diversi flussi energetici) che comprenda 2 parchi eolici – il primo nearshore di 120MW, il secondo offshore di 300MW circa – ed un parco di fotovoltaico flottante di 100MW per un totale di circa 620 MW di potenza rinnovabile in mare. 

Aspetto fondamentale del progetto è inoltre la riconversione delle piattaforme petrolifere in prossimità delle acque del comune di Ravenna, in questo modo si avrà un ancor minore impatto ambientale aggiunto.

AGNES non si ferma qui, oltre ad eolico e fotovoltaico si parla di elettrolizzatori sulle piattaforme ricovertite e a terra con accumulatori al litio di 50MW di capacità, allo scopo di produrre circa 4mila tonnellate di idrogeno l’anno.

 

Le prospettive di AGNES

Questo progetto potrebbe fare da trampolino di lancio per  altri impianti simili, Saipem ha infatti dichiarato di star studiando la possibilità di realizzare progetti analoghi in Sardegna e Sicilia sfruttando l’eolico galleggiante offhore con un nuovo brevetto denominato HEXAFLOAT .

Conclusioni

Stiamo parlando quindi di un progetto non solo ambizioso per l’Italia, ma fondamentale in ottica investimenti sull’idrogeno verde. Per “verde” si intende idrogeno prodotto da fonti rinnovabili (che hanno minimi impatti ambientali ed emissioni di gas serra), ma per una produzione massiccia di questa tipologia idrogeno servono grandi impianti e, di conseguenza grandi spazi che l’Italia non possiede.

In un futuro dove l’idrogeno verrà utilizzato come vettore energetico primario – trasporti pubblici compresi – senza progetti quali AGNES, l’Italia dovrebbe importare questo vettore energetico dal Nord Africa (dove sono installati grandi impianti fotovoltaici la cui energia viene sfruttata per la scissione elettrolitica dell’acqua e la conseguente produzione di idrogeno). Come parlare quindi di emissioni ridotte se il processo di compressione, stoccaggio e trasporto dell’idrogeno risulta essere molto energivoro?

Consigliamo la lettura anche di:

 

Fonti
Davide Burdo
Dottore in Ingegneria Energetica e studente della specialistica, appassionato alle tecnologie che sfruttano le risorse rinnovabili ed a modi innovativi per la produzione e distribuzione di energia, ritengo che la transizione energetica verso le "green energies" sia una grande possibilità di cambiamento.

    You may also like

    Leave a reply

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *