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Mitigazione, prevenzione e previsione del rischio naturale

I rischi da eventi naturali

Una problematica sempre attuale è quella derivante dai rischi da eventi naturali. Sebbene sia sempre auspicabile informarsi sui rischi  presenti nella propria zona non sempre questo può bastare. Purtroppo si sente continuamente parlare di vittime dovute a frane, sismi, inondazioni, alluvioni etc… per non parlare dei milioni di euro di danni alle infrastrutture.

 

 

Quando parliamo di rischio ambientale è corretto distinguere tra rischio naturale e rischio antropico.

Il rischio antropico è quello correlato all’attività umana (es. inquinamento) è altresì vero che il rischio antropico e quello naturale sono molto interconnessi, pensiamo ad un versante soggetto a disboscamento intensivo è più suscettibile all’innesco di eventuali frane. In generale possiamo affermare che in natura vale la legge che correla intensità a frequenza, eventi più intensi sono meno frequenti di eventi di bassa intensità.

Un’equazione molto complessa

Nel corso degli anni  sono state date numerose definizioni di rischio. Tutte però danno una definizione qualitativa dell’argomento. Da un punto di vista più scientifico quantitativo possiamo affermare che il rischio R = V x E x P.

Analizziamo assieme le varie componenti:

  • V è la vulnerabilità, anche qui le definizioni sono moltissime, possiamo sintetizzare dicendo che la vulnerabilità è il grado di perdita atteso per gli elementi esposti al rischio.
  • E è l’esposizione, principalmente è la quantificazione numerica e monetaria degli elementi esposti al rischio considerato, comprende sia persone che infrastrutture.
  • P è la pericolosità ovvero è la probabilità che un determinato evento si verifichi in un determinato posto e in un certo intervallo di tempo.
Due esempi

Benché sia una definizione ancora generica del rischio, già da questa prima equazione possiamo fare due esempi per  sviluppare meglio il concetto:

Prendiamo due zone molto diverse, una densamente abitata, una in aperta campagna e assumiamo un evento frequente quindi non particolarmente energico. Dov’è il maggior rischio?

 

Istintivamente  è corretto rispondere nella zona abitata, dal punto di vista matematico nella zona abitata  V ed  E sono entrambe elevate, come conseguenza inevitabile il rischio sarà alto, nella campagna, non essendo presenti né infrastrutture né popolazione, il rischio risulterà inevitabilmente più basso. Ecco quindi che uno stesso evento può risultare molto rischioso in un contesto e poco rischioso in un altro. Con questo semplicistico esempio ci permette di entrare nell’ottica della quantificazione del rischio.

Quantifichiamo

Il passo successivo è quello di andare a quantificare V , E e P.

E’ un processo estremamente complicato e multidisciplinare e non basterebbe un articolo ad esporre tutto il procedimento. E’ giusto però accennare qualcosa sulla quantificazione.

La pericolosità

Iniziamo dalla P, quantificare la pericolosità significa andare a considerare una previsione spaziale, temporale e tipologica. Significa che serve conoscere la probabilità che un certo TIPO di fenomeno possa avvenire in un determinato intervallo di TEMPO e con una certa INTENSITA’. Immaginate un qualsiasi evento naturale, e immaginate la mole di dati e di analisi che devono essere svolte per riuscire a quantificarla.

La vulnerabilità

Per la vulnerabilità (V) possiamo dire, riassumendo, che vengono realizzate delle curve chiamate di vulnerabilità che, per ciascuna categoria di elementi a rischio, identificano il grado di danno atteso. Dobbiamo comunque riflettere che deve essere stimato anche il grado atteso di perdita delle strutture presenti che può variare notevolmente se le infrastrutture sono sensibili, residenziali o industriali.

L’esposizione

Concludiamo con l’esposizione (E), avendo definito la pericolosità abbiamo quindi ipotizzato uno scenario d’impatto che ci permette di andare a determinare gli elementi esposti al rischio (sia infrastrutture che popolazione) associare un valore monetario alla potenziale perdita di popolazione è un compito crudo, oltre a ciò si deve anche considerare su che elementi a rischio ci si sta focalizzando e soprattutto in che momento della giornata.

Qualche esempio: il traffico veicolare, intasato di giorno, quindi con moltissimi elementi esposti, e pressoché inesistente la notte, edifici scolastici, pieni di giorno e vuoti di notte. E’ importante anche considerare le categorie di popolazione  presenti nella zona in esame, anziani ,bambini, giovani ecc..  E’ evidente quindi che i fattori da considerare sono così elevati che è necessaria un’analisi molto studiata e attenta.

Come mitigare il rischio?

Abbiamo compreso che la determinazione del rischio è tutt’altro che banale. Ora la domanda è: come possiamo conoscere e ridurre il rischio? Anche questo argomento è molto complesso e articolato, possiamo ricorrere a misure preventive e previsionali. Matematicamente per ridurre il valore di R dobbiamo diminuire il valore del secondo membro (V x E x P) è qui che entrano in gioco la prevenzione e la previsione.

La previsione e la prevenzione

La previsione è la capacità di “anticipare” l’occorrenza di un processo agendo quindi su P. La prevenzione invece consta di tutta una serie di azioni, misure, interventi atti a diminuire sia P che V che E.

Entrando nel dettaglio:

La previsione nell’ordine di decenni si articola in una serie di studi di pericolosità, quella più immediata invece riguarda la presenza di sistemi di monitoraggio che, una volta conosciute le relazioni causa effetto di un evento, sono in grado di “anticiparlo”.

La prevenzione invece nel lungo termine consta nell’attuare misure atte a ridurre sia E che V che P, questo grazie a una serie di interventi sia strutturali quali elementi fisici per ridurre P ad esempio opere di regimazione delle acque per evitare che confluiscano su una frana potenzialmente attiva, oppure strutture di sostegno per frane che non strutturali andando ad agire in pianificazione territoriale, gestione del territorio, consapevolezza della popolazione ecc… Per concludere parliamo della prevenzione non strutturale che può riguardare i singoli individui, ovvero la formazione, l’informazione e la consapevolezza. Forse può sembrare banale ma è uno dei possibili modi per ridurre V ed E su cui ognuno può lavorare.

Le pratiche assicurative

Vanno inoltre citate le pratiche assicurative, abbiamo detto che E è un valore monetario anche di infrastrutture, ebbene attraverso la stipulazione di una pratica assicurativa il valore monetario del bene viene eliminato dall’equazione del rischio (perché appunto coperto da assicurazione).

l’IT-alert

La prevenzione nell’immediato sono sistemi di allertamento che, rilevato un potenziale evento  di rischio, lanciano l’allarme, a questo riguardo va citato l’IT-alert, un sistema di allertamento che, quando operativo, potrà comunicare telefonicamente la situazione di pericolo a tutti i cellulari collocati nell’area interessata.

Un esempio riassuntivo

Le isole Hawaii sono aree in cui le probabilità di eventi di tsunami sono tutt’altro che remoti (P) ,  un evento simile quest’area porta con se analisi su V ed E non indifferenti. Non è un caso che alle Hawaii sia presente il sistema di monitoraggio Pacific Tsunami Warning System (PTWS) che ha il compito di analizzare i parametri delle maree e dell’acqua per dare un margine di preavviso utile alla popolazione. Nel caso di tsunami vengono utilizzati sistemi fissi di sirene che iniziano a suonare l’allarme. E’ estremamente utile ma viene reso possibile anche dalla consapevolezza degli abitanti che, conoscendo il rischio a cui sono soggetti, sanno come comportarsi nel caso in cui vengano attivate le sirene di allertamento di evacuazione. Se la popolazione non fosse a conoscenza di ciò verrebbe meno tutto il lavoro svolto dal sistema di allertamento con conseguenze molto pesanti.

L’Italia

L’Italia ha purtroppo numerosi eventi quali frane, alluvioni, eruzioni e terremoti che causano numerosi morti ogni anno. In un paese così soggetto a questi eventi è quanto mai importante la presenza di un monitoraggio capillare nonchè l’informazione e la formazione da parte di noi tutti.

In conclusione

Vorrei concludere con uno spunto di riflessione, sicuramente avrai una casa in campagna o in montagna, o avrai mai preso in affitto una casa per le vacanze, ti sei mai interessato sulle fonti di rischio che possono interessare quella zona?

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