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Samantha sull’esplorazione spaziale

L’esplorazione umana della Luna. Presente e futuro

Per il ciclo di eventi #nonsolomedicina, organizzato dalla Scuola di Medicina e Chirurgia di Napoli in collaborazione con l’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli, diversi studenti dell’ateneo partenopeo hanno avuto il piacere di incontrare l’astronauta Samantha Cristoforetti. Lo scorso 4 dicembre, infatti, la Cristoforetti ha raggiunto l’Aula Magna “Gaetano Salvatore”, per parlare del ruolo degli astronauti nel futuro dell’esplorazione spaziale.

All’incontro hanno partecipato Luigi Tarantino (Comandante dell’Accademia Aeronautica di Pozzuoli), Luigi Nicolais (Presidente di “Città della Scienza”), Leonardo Merola (Direttore del Dipartimento di Fisica “Ettore Pancini” della Federico II), Giuseppe Longo (docente ordinario di Astronomia e Astrofisica), Francesco Marulo (docente ordinario di Costruzioni e Strutture Aerospaziali) e, dulcis in fundo, Samantha Cristoforetti (Capitano dell’Aeronautica Militare Italiana).

Apre l’incontro Luigi Califano, presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia, che con grande impegno ha deciso di portare avanti questo ciclo di incontri per dare la possibilità agli studenti di conoscere le personalità che più spiccano nel nostro Paese.

Locandina dell’evento.

Il valore della tradizione

Il primo intervento è a cura del Com. Luigi Tarantino, il quale non si esime dal lodare la carriera universitaria di Samantha Cristoforetti, frequentatrice dell’Accademia nei primi anni Duemila. In seguito alla legge n. 380/1999, Samantha è fra le prime donne a poter accedere ai corsi di formazione militare indetti dall’Accademia. Ciò rappresenta un ulteriore motivo di vanto per la Forza Armata.

L’Aeronautica è stata la culla di molti degli astronauti italiani, come Maurizio Cheli, Roberto Vittori, Luca Parmitano ed infine la nostra Samantha Cristoforetti, motivo per cui il Com. Tarantino crede fermamente nel fondamentale supporto della Forza Armata nell’esplorazione spaziale.

Il Comandante ha presentato in un excursus le attività formative promosse dall’Accademia Aeronautica. Gli allievi ufficiali sono educati ai valori formativi essenziali per la vita militare, quali la leadership, il management, l’appartenenza ad una comunità coesa e la capacità di esportare i valori tradizionali in ogni ambiente lavorativo.

“Esempi come lei ci aiutano ad andare avanti”

afferma il Comandante, auspicando ad un maggiore coinvolgimento degli apparati militari nazionali nello sforzo per garantire il costante impegno per le pari opportunità.

Samantha Cristoforetti con addosso la tuta anti-g dell’Aeronautica Militare.

Il progresso avanza, e noi con lui

Il Com. Tarantino lascia la parola a Luigi Nicolais, presidente di “Città della Scienza”. Il suo intervento si concentra sullo sforzo costante che il nostro Paese deve compiere per raggiungere risultati significativi nella ricerca. I nostri cittadini, in prima parte, vanno ispirati e galvanizzati da personalità che eccellono nel loro campo, ravvivando la speranza di successo nelle generazioni di oggi e di domani. I risultati dell’avanzamento nella conoscenza dell’universo non rimangano quindi stagni e fissi nella loro branca, ma ispirino scienziati, cittadini e giovani studenti e studentesse a perseverare nella conoscenza e nell’apprendimento.

“Un paese che vuole diventare leader nel mondo deve espandersi in questo campo”

afferma Nicolais, facendo un riferimento diretto al bisogno della comunità scientifica di intensificare gli sforzi nella ricerca in campo spaziale. Asserisce, inoltre, che le attività spaziali non sono per forza vincolate al solo spazio extra-atmosferico, ma che la ricerca nello spazio comincia qui sulla Terra.

Astronauta impegnato in attività manutentive durante una Extra Vehicular Activity (EVA).

Siamo molto piccoli, ma insieme siamo forti

A Nicolais subentra il professor Leonardo Merola, direttore del Dipartimento di Fisica “Ettore Pancini” dell’Università “Federico II”. Sulla scia del discordo di Nicolais, Merola incentra il suo intervento sul bisogno costante di ampliare la nostra conoscenza dell’universo. Abbiamo dati solo sul 5% di tutto l’universo osservabile, ma ciò nonostante non dobbiamo perdere l’impulso ed il desiderio di esplorare, che ha contrassegnato l’uomo fin dalle epoche lontane.

Merola cita la letteratura fantascientifica ottocentesca e novecentesca come motore dell’immaginazione e la storica sfida tra gli Stati Uniti e l’ex Unione Sovietica, assurgendola ad elemento di importanza storica per aver alimentato l’idea dello spazio nell’immaginario collettivo.

Locandina russa sulla conquista dello spazio, 1977

L’ultima parte dell’intervento del prof. Merola si focalizza sulla fondamentale tematica della collaborazione internazionale, senza la quale nemmeno la Stazione Spaziale Internazionale sarebbe realtà. La collaborazione, aggiunge, deve essere motivo di orgoglio e di spinta verso un progresso sostenibile e accessibile a tutti.

“Il sogno del passato è speranza del presente e sicuramente sarà la realtà di domani”

Con questa frase, a nostro avviso iconica, termina il suo intervento per lasciare il microfono a Samantha Cristoforetti.

 

Un impegno multilaterale

Il ruolo dell’astronauta non è perfettamente definito, anzi potremmo dire che i suoi compiti siano estremamente vari. L’astronauta si propone di interagire con diversi aspetti della ricerca scientifica, dalla quale ne è professionalmente dipendente. Applicazioni robotiche, osservazioni satellitari, analisi dello space weather ed attività di simulazione sono solo alcuni dei task giornalieri che impegnano il tempo e lo studio degli astronauti. Per l’interesse che il lavoro da astronauta scatena nell’immaginazione, spesso salta fuori la domanda più gettonata, ovvero cosa serva per diventare astronauti. Guardiamo, allora, un attimo all’esperienza di Samantha per averne un’idea.

La formazione di Samantha comincia a Monaco di Baviera, dove ottiene la laurea in Ingegneria Aerospaziale presso l’Università Tecnica di Monaco di Baviera. L’esperienza universitaria in Francia e la redazione della tesi di laurea a Mosca le permettono di familiarizzare con ambienti di formazione variegati e di apprendere le lingue che ora usa nel lavoro di ogni giorno.

Il periodo universitario non si interrompe a Monaco di Baviera, anzi prosegue fra le mura dell’Accademia Aeronautica, dove Samantha spicca per la sua dedizione e per i successi accademici. Finito il percorso di formazione in Accademia nel 2005, quando ottiene la sua seconda laurea, Samantha opera come pilota militare presso diversi stormi, fra i quali il 51° Stormo di Istrana, raggiungendo infine il grado di Capitano.

Nel 2009 viene selezionata dall’Agenzia Spaziale Europea come astronauta, insieme al collega d’armi Luca Parmitano. La sua attività addestrativa si compie in diverse città del mondo, fra cui il Centro Europeo Astronauti a Colonia (EAC). L’addestramento degli astronauti prevede la conoscenza e la manutenzione degli apparati in orbita, il saper gestire situazioni di emergenza, la simulazione dei lanci e dei rientri, e molto altro. Insomma, un astronauta deve sposare la propria professione e lavorare a regola d’arte.

Sala di addestramento per i moduli della ISS, situata al Centro Europeo Astronauti di Colonia (EAC).

La giornata tipo di un astronauta a Terra prevede simulazioni dietro simulazioni. Un esempio è dato dai voli suborbitali, che ricreano per pochi minuti la condizione di microgravità. Come ben si evince, simulare più scenari critici possibile aumenta le probabilità di successo in una determinata attività, per tale motivo la preparazione nei centri di addestramento è cruciale tanto quanto l’attività stessa da condurre nello spazio. Inoltre, aiuta a familiarizzare con procedimenti e situazioni che possono essere ardue quando si presentano per la prima volta. In merito a ciò, Samantha cita le “collisioni accidentali” causate dall’iniziale difficoltà nel gestire i movimenti del proprio corpo in condizioni di microgravità. Precisa in seguito che:

“si impara a fluttuare in maniera aggraziata, anche se alcune collisioni indesiderate possono accadere”.

Samantha gusta il primo caffè espresso prodotto nello spazio.

Diversamente da quanto accade a Terra, la giornata di un astronauta in missione sulla ISS è sempre variabile. Le attività lavorative giornaliere sono organizzate dal personale a Terra perché vengano svolte in modo efficiente dal personale in orbita. Queste attività, che possono essere di ricerca e sperimentazione, di manutenzione o di pubbliche relazioni, si alternano con momenti di esercizio fisico. Tenersi fisicamente attivi non è tanto un hobby quanto un’attività fondamentale per contrastare la perdita di massa ossea e l’atrofizzarsi dei tessuti muscolari, che risulterebbero dannosi per l’organismo.

L’intervento di Samantha Cristoforetti prosegue con una panoramica sul programma spaziale di ritorno sulla Luna. Tutte le sperimentazioni in atto sui nuovi sistemi di lancio e sulle navette per il viaggio spaziale sono progettate e designate per simulare un probabile lancio verso Marte.

“C’è un grande fermento per spingere i limiti dell’esplorazione spaziale fino a Marte, anche se tutt’ora non c’è un vero e proprio programma definito”

chiarisce Samantha. Per ulteriori approfondimenti, vi rimandiamo alla prima parte dell’articolo dedicato al progetto Artemis tramite questo link.

 

Gli astronauti di domani

Molti astronauti hanno condiviso la loro passione per lo spazio sin da piccoli e sono cresciuti sperando di poter diventare tali. La verità è che non basta essere appassionati e competenti, serve anche una buona dose di fortuna. Le selezioni di astronauti non sono concorsi periodici ma vengono indetti in base alle necessità dell’agenzia, solitamente su una cadenza decennale, e soprattutto non possono promuovere tutti. I consigli che si danno ai giovani sono di prepararsi a cogliere l’occasione quando questa si presenta, di perseverare in ciò che si fa e di non smettere di addestrarsi nella vita. Quest’ultimo messaggio è stato direttamente rivolto agli studenti di Medicina dell’ateneo, in quanto loro più di altri dovranno rispondere a situazioni critiche dove dovranno prendere decisioni importanti in poco tempo.

“Fare dell’addestramento una cultura personale”

è il pensiero condiviso da Samantha, e lo condividiamo appieno sperando che diventi un messaggio potente per le generazioni attuali.

Proprio in merito ai giovani di oggi, Samantha afferma che è importante che noi facciamo squadra. Come nuova generazione in entrata nel mondo del lavoro, dobbiamo incarnare idee nuove e produrre un impatto positivo sulla società. Solo così possiamo migliorare la vita di ognuno anche nell’ordinarietà di tutti i giorni, intendendo che non sia necessario diventare persone famose ed eccelse per fare del bene poco alla volta.

Si chiude con un clamoroso e scrosciante applauso l’incontro fra gli studenti di Medicina e Chirurgia e Samantha Cristoforetti, la donna delle stelle.

Antonio Ricci
Studente di Ingegneria Aerospaziale, appassionato del mondo astronautico, di arte contemporanea e di musica lo-fi.

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