Ingegneria Civile

Il canale di Suez

La necessità di commerciare materie prime, manufatti e beni di ogni tipo è sempre esistita. Fu proprio a tale scopo che nacque la moneta. Man mano che le civiltà progredirono e si espansero, il commercio divenne sempre più efficiente passando dai carri trainati dai buoi alle barche, fino ad arrivare ai tempi moderni attraverso treni, automezzi, aerei e navi. Il commercio mondiale si basa principalmente su quello marittimo e la necessità di ridurre i tempi di viaggio ha portato alla realizzazione di apposite “scorciatoie” come il Canale di Suez.

Il Canale di Suez attraversa il deserto egiziano separando il continente africano da quello asiatico. La lunghezza del canale è di ben 190 km e dal giorno della sua inaugurazione permette alle navi di raggiungere l’Oceano Indiano, attraversando il Mar Mediterraneo e il Mar Rosso, evitando di circumnavigare l’Africa.

Il canale è attraversato da circa 18.000 navi l’anno, trasportando circa 1 miliardo di tonnellate di merci con navi lunghe fino a 400m e con un peso di 240.000 tonnellate. Le tariffe di attraversamento per le singole navi variano in base alla loro grandezza, andando dai 100.000€ agli 800.000€ e si stima inoltre che l’introito annuale per l’Egitto sia di 5 miliardi di dollari l’anno. capiamo bene il perché quest’infrastruttura sia strategica per l’Egitto. Le navi attraversano il canale con una velocità di circa 9 nodi e mantenendo una distanza di circa un miglio marino.

Nave porta container durante l’attraversamento del canale

Storia del canale

L’idea di raggiungere il Mar Rosso risale all’antico Egitto, poi fu abbandonata per mancanza delle tecnologie e manodopera necessarie. Fu ripresa da Napoleone Bonaparte, ma anche li accantonata per gli ostacoli tecnici. Nella metà del 19esimo secolo un diplomatico francese, Ferdinand de Lesseps, ripropose l’opera sulla base del progetto del trentino Luigi Negrelli. Nel 1854 ottenne la concessione esclusiva dei territori per 99 anni, fu creata una società per azioni, La compagnia universale del Canale di Suez, potendo finalmente realizzare l’opera. Furono necessari ben 10 anni per portare a termine i lavori. Il canale misurava 8 m di profondità con 6.7 m pescaggio massimo ed una larghezza di 53 m.

I lavori del canale originario iniziarono il 25 Aprile del 1859 ma le condizioni di lavoro furono proibitive a causa della scarsa manodopera disponibile, e mancanza delle tecnologie necessarie per rendere i lavori efficienti. Le autorità egiziane per risolvere gli intoppi fecero ricorso ai lavori forzati, ovvero obbligando i cittadini a lavorare nel cantiere. Tra i principali problemi c’era quello del trasporto dei materiali e beni di prima necessità che scarseggiavano nella zona desertica. Fu realizzato un canale più piccolo, largo 15 m e profondo 2 m sufficiente per il passaggio delle imbarcazioni provenienti da Alessandria, cariche dei materiali necessari. A partire da questo piccolo canale, grazie alla costruzione di ben 78 draghe, è stato possibile ampliarlo raggiungendo le dimensioni previste dal progetto. I problemi non finirono qui, infatti l’acqua che riempiva il canale innescava un processo di frana delle sponde sabbiose, che si riversavano irrimediabilmente al suo interno, riducendone così la profondità. A quel punto si decise di lasciare l’inclinazione naturale, assunta dalle sponde e rimuovere i detriti di eccesso sul fondale.

Per portare a termine l’opera fu indispensabile l’impiego di motori a vapore, utilizzati nelle draghe negli argani, superando così le difficoltà rappresentate dalla morfologia del territorio. Furono realizzate apposite macchine a vapore per frantumare la roccia secca limitando così l’utilizzo dei picconatori. Non si disponeva di una macchina apposita per eseguire lo stesso lavoro nelle zone immerse, si ricorse pertanto all’esplosivo. Per l’ampliamento del canale, nel 2014, sono state impiegate a tale scopo le draghe disgregatrici, caratterizzate da uno specifico utensile in grado di disgregare ed asportare il materiale. Nel cantiere iniziale, fu necessario realizzare una ferrovia parallela per trasportare i detriti e gli operai.

Il canale fu inaugurato il 17 Novembre del 1869 e collegò Port Said sulla costa mediterranea egiziana, a Suez, località costiera sul Mar Rosso. Grazie a quest’incredibile infrastruttura fu possibile accorciare il viaggio da Marsiglia a Bombay, di 19.000 km circumnavigando l’Africa, a soli 8.000 km, ovvero passando dai 2 mesi di tempo iniziali ad uno solo.

Ampliamento del canale

Nel tempo la grandezza delle navi mercantili ha raggiunto dimensioni tali da rendere il canale poco efficiente e a tale scopo nel 2014 iniziarono i lavori per il suo ampliamento, consentendo il passaggio contemporaneo di due navi con sensi di marcia opposti. Per rendere il canale percorribile in entrambi i sensi è stato necessario dragare ben 500 milioni di m3 di sabbia attraverso bulldozer e draghe giganti. I lavori hanno permesso di aumentare la profondità del canale fino a 24m.

L’inaugurazione del nuovo Canale di Suez è avvenuta il 6 agosto 2015, un anno dopo l’inizio dei lavori. Capiamo bene come si tratta di un’impresa titanica visti i tempi ristretti e la richiesta di un’enorme manodopera. Per festeggiare il termine dei lavori ed inaugurare l’infrastruttura, il governo egiziano ha organizzato una cerimonia degna della meta raggiunta.

L’ampliamento del canale ha riguardato un tratto lungo ben 72 km a partire dal lago Amaro. Grazie al doppio senso di marcia, il tempo di attraversamento del canale è stato ridotto a 18-11 ore, con tempi di attesa da 8 a 3 ore. L’obiettivo è raggiungere entro il 2023 l’attraversamento di ben 100 navi al giorno.

 

Una prima fase dei lavori ha visto all’opera i bulldozer con lo scopo di sbancare il terreno e approfondire il nuovo corso abbastanza da permetterne l’allagamento e far entrare in funzione le draghe. Si tratta di imbarcazioni molto grandi, lunghe anche 200 m, che mediante appositi utensili rimuovono la sabbia dal fondale e attraverso tubi galleggianti la spostano oltre la sponda del canale, in apposite aree di stoccaggio nel deserto del Sinai. Oltre alla realizzazione del nuovo canale è stato necessario allargare quello esistente e renderlo della stessa profondità mantenendo però operativa l’opera, ovvero consentendo il passaggio delle navi. Non solo questo ha reso il lavoro estremamente complesso ma anche il fatto di portarlo a termine entro un anno, su richiesta del governo egiziano. A tale scopo sono state impiegate ben 40 draghe e con operai provenienti da ben 20 nazioni differenti. Il costo dell’opera di ammodernamento del canale è costata ben 7 mld di euro, la gran parte ricavata attraverso donazioni da parte dei cittadini come richiesto dalle autorità egiziane.

La nave cargo che ha bloccato il canale di Suez

Il 23 marzo 2021 una nave cargo, la Ever Given, appartenente alla flotta della compagnia Evergreen, si è incagliata durante l’attraversamento del canale, intraversandosi e bloccando difatti il passaggio alle altre navi in coda. Fin da subito si è capito che il problema era serio, la nave infatti era a pieno carico e considerando che la sua lunghezza è di 400 m e la sua larghezza di 59 m, il peso complessivo dell’imbarcazione era enorme, circa 224.000 tonnellate. Vano è stato il tentativo dei rimorchiatori che inizialmente hanno provato a spostarla. Dopo 5 giorni di lavoro ancora non è stata possibile la sua rimozione. Si è fatto ricorso all’impiego di draghe con lo scopo di rimuovere la sabbia che circondava la prua della nave, punto in cui si è incagliata. I rimorchiatori sono così riusciti a spostare la nave di 17m. Nel frattempo si è creata una coda di centinaia di navi, in attesa di attraversare il canale, circa 320 dopo 6 giorni dall’incidente. Il danno stimato per il canale equivale ad un costo di circa 9 miliardi di dollari al giorno. E’ stato necessario anche l’intervento di rimorchiatori di altre nazionalità, come l’italiano Carlo Magno e l’olandese Guard Alp, che in aggiunta ai 14 già presenti sul luogo dovranno spostare l’enorme imbarcazione, mentre le draghe rimuovono la sabbia accumulata. Se non si dovesse risolvere sarà necessario alleggerire la nave del carico, operazione complessa e lunga ma inevitabile. Si stima una perdita di 14 milioni di dollari al giorno per il Paese africano. Considerando che il 12% del traffico merci mondiale passa proprio per il canale di Suez, il danno economico stimato è stato di 9.8 miliardi di dollari al giorno. Si tratta dunque, non solo di un problema dell’Egitto ma mondiale, infatti se le merci tardano ad arrivare a destinazione ci sarà un danno sia per gli acquirenti che per i fornitori. Ad esempio il prezzo del petrolio sta aumentando, infatti tra le navi in coda ci sono petroliere che trasportano un totale di 13 milioni di barili di greggio. Un altro problema è legato all’approvvigionamento di chip, prodotti in Asia, da parte dei Paesi occidentali. La nave è stata assicurata per 3.1 miliardi di dollari, ma probabilmente non saranno sufficienti per colmare i danni arrecati.

Perchè è accaduto un evento simile? E’ la domanda che tutti si pongono, alla quale ancora è presto rispondere, le indagini sono in corso. Probabilmente le condizioni metereologiche avverse, una forte tempesta di sabbia in atto e un errore di stima del comandante hanno portato all’incidente.

Di seguito si riporta un video esplicativo realizzato il giorno 26 marzo 2021 ovvero il giorno dopo l’accaduto:

Aggiornamenti relativi al 28 marzo 2021:

Aggiornamento 29 marzo 2021:

«Sono felice di annunciarvi che la nostra squadra di esperti, in stretta collaborazione con l’Autorità del Canale, ha rimesso in galleggiamento l’Ever Given alle 15:05, rendendo di nuovo possibile il passaggio attraverso il Canale di Suez», ha dichiarato in un comunicato Peter Berdowski, l’amministratore delegato di Royal Boskalis Westminster, società olandese di dragaggio, in prima fila nelle operazioni di soccorso. Per raggiungere tale obiettivo sono stati dragati circa 30 mila metri cubi di sabbia. Nel frattempo il numero di navi in coda è salito a 400, finalmente si riprenderà il transito.

 

Se ti è piaciuto l’articolo consigliamo di leggere anche il Canale di Panama.

Ti consiglio anche di guardare il documentario: Il canale di Suez

fonti:
Alessio Brunetti
Studente magistrale di Ingegneria Civile, da sempre affascinato dalle grandi opere civili. Ho intrapreso questo percorso di studi affinchè possa ottenere le conoscenze necessarie per realizzare ciò che ammiravo fin da piccolo.

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