Migliora il tuo sound: Mono To Stereo!
Molti appassionati di musica sentono il bisogno di registrare la propria musica e i propri brani. Pochi hanno però il budget necessario ad affidarsi a degli studi specializzati. Spesso la qualità del suono che si registra con gli strumenti che si hanno in casa (microfoni, schede audio, interfacce MIDI) non può competere con quella ottenibile coi primi. Diversi si lasciano scoraggiare da questo fatto non sapendo che, però, con un po’ di ingegno ed i tools giusti si può raggiungere un risultato più che soddisfacente anche utilizzando solo il proprio PC.
In questa guida spiegheremo come rendere stereo qualsiasi strumento mono. Ciò avrà effetti positivi sia sul prodotto finale, sia sul proprio “appagamento” personale.
Cosa sono stereo e mono
I due termini si riferiscono alle sorgenti sonore utilizzate per la riproduzione dei suoni. Monofonia è il termine che indica la riproduzione musicale attraverso una sola sorgente (un singolo altoparlante come le casse embedded dei telefoni cellulari o radio portatili). Stereofonia, invece, indica l’utilizzo di almeno due sorgenti sonore, come ad esempio le cuffie.
L’uomo, avendo due padiglioni auricolari e due timpani, è in grado di percepire la spazialità del suono che lo circonda. Con le sorgenti stereo si cerca quindi, in ambito musicale e cinematografico, di riproporre tale spazialità.
Gli strumenti musicali elettrici a corda, come chitarre, bassi, violini ecc. hanno una sola sorgente sonora. Con i pick-up e dei sistemi di amplificazione interni producono una singola informazione sonora, che può essere raccolta da una scheda audio o da un amplificatore. Nel caso della registrazione è più una scelta stilistica ed economica quella di usare input diretti nel PC o microfonare amplificatori.
E’ chiaro che il suono che si registra sarà comunque un segnale mono. Anche se l’acquisizione viene fatta su più canali, tutti registreranno lo stesso segnale. Per ottenere un suono stereo si devono quindi eseguire diversi passi.
Procedimento generale
Si fa riferimento ad un suono stereo con soli due canali, destro (R) e sinistro (L). Questo tipo di suono si ha quando i due canali presentano delle differenze, anche minime, che l’apparato uditivo umano può percepire e quindi identificare come provenienti da due direzioni diverse dello spazio. Il processo per trasformare un suono mono in uno stereo consiste quindi nel generare delle differenze.
Partendo da una singola traccia mono, si possono eseguire le seguenti modifiche:
- Duplicare la traccia originale, creandone un’esatta copia
- Posizionare in maniera opposta le due tracce (una 100% a sinistra e viceversa a destra)
- Modificare leggermente la tonalità di una delle due tracce
- Sfasare lievemente le due tracce una rispetto all’altra (opzionale)
Questi passi si possono anche evitare se si suonano tutte le tracce due volte, una per il canale destro e una per il canale sinistro. Evidenti sono gli svantaggi di usare questo metodo, sia in termini di tempo, sia in termini di precisione dell’output – neanche i professionisti più qualificati riescono a suonare in maniera perfettamente uguale la stessa traccia due volte.
Con questi passaggi si fa quindi in modo da avere due sorgenti sonore, posizionate in due punti diversi dello spazio, sensibilmente diverse tra loro, anche se il suono originale si otteneva da una sola.
Prima di iniziare a provare
Per poter provare in prima persona quanto scritto nel seguito, è necessario avere, oltre ad uno strumento elettrico a corda, una scheda di acquisizione audio per PC e dei programmi di registrazione musicale appositi. Per l’ascolto degli esempi è estremamente consigliato utilizzare delle cuffie, o al più degli altoparlanti per PC stereo.
Esempio con Audacity
Audacity è uno dei più famosi programmi di home-recording freeware, cioè gratuiti. Ha molti plug-in che consentono di lavorare sul suono delle proprie registrazioni ed una community attiva che fornisce sempre contenuti nuovi. Viene usato in questo esempio perché in questo modo, proprio perché gratis, è possibile scaricarlo e provare. Qui è possibile trovare il tutorial.
Quando si registra una chitarra, come in questo esempio, si ottiene una schermata del genere.
Il suono che viene riprodotto sarà un suono mono, anche se eventuali effetti applicati alla chitarra sono stereo (e.g. il riverbero).
Cliccando sulla traccia, si può fare copia e incolla della stessa nella schermata di lavoro per avere una duplicazione. Andando a settare la posizione delle due tracce al 100% L ed R, come in figura sotto, non si ottiene però praticamente nessuna differenza nel suono rispetto a prima, visto che essendo le due onde uguali, si andranno a sovrapporre al centro.
Per poter fare in modo che l’orecchio percepisca due sorgenti, le si può andare a differenziare modificando di pochi decimi di semitono una delle due tracce. Questa soluzione consente di ottenere già una buona spazialità, che può essere aumentata andando ad agire anche sul ritardo di riproduzione di una delle tracce registrate. Su alcune versioni di Audacity questo non è agevole; in altri programmi, come ad esempio Cubase, è possibile farlo dal menu di opzioni della traccia. Impostando ad esempio un ritardo di 20-30 millisecondi si aumenta l’effetto di stereofonia. Il ritardo introdotto non è tra l’altro percepibile, quindi non si va ad inficiare sulla qualità della riproduzione.
In Audacity si compiono i passi delle prossime figure, ed il gioco è fatto!
Qui il risultato finale.
Un breve esempio
In questa clip audio si vede come utilizzando questa tecnica è stato possibile realizzare una traccia dalla qualità più che soddisfacente in termini di registrazione homemade.
Per poter migliorare ancora la qualità del suono è necessario però agire sul missaggio delle singole tracce. Questo di solito consiste nell’andare ad accentuare alcune bande di frequenza e rimuoverne altre dai vari segnali sonori degli strumenti per esaltarne le caratteristiche peculiari e ridurre quelle indesiderate. Ad esempio, sulla chitarra è possibile andare a rimuovere i segnali a frequenza più alta per evitare un suono eccessivamente “squillante”, mentre nella voce si applica un filtro passa alto dopo gli 80 Hz per eliminare gli effetti sonori dovuti all’ambiente.
Con il processo di mastering, infine, si va ad uniformare il volume della traccia musicale e rendere più o meno omogeneo il suono alle varie frequenze. Qui un esempio sulla stessa traccia precedente dove sono state apportate tutte queste modifiche.
Perché funziona?
Per i fenomeni acustici si considera valida l’ipotesi di linearità. Essendo ogni onda sonora descritta da un’equazione nello spazio e nel tempo, se vale quest’ipotesi allora si può dire che in un punto l’effetto risultante della presenza contemporanea di due o più onde sarà la somma degli effetti delle due onde presenti singolarmente.
Questo spiega perché se anche si posizionano completamente a sinistra e a destra due onde uguali, il risultato sarà un’unica onda in posizione centrale.
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