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BepiColombo parte alla scoperta di Mercurio

Stanotte è partita, dallo spazioporto di Kourou a bordo di un Ariane 5, la missione di ESA e di JAXA BepiColombo, per studiare il pianeta Mercurio.

Mercurio e la sfida gravitazionale

Mercurio, il più piccolo tra i pianeti rocciosi del sistema solare interno, è anche il meno esplorato. Infatti, per quanto la sua distanza dalla Terra sia paragonabile a quella di Marte, la sua prossimità al Sole rende molto più difficile raggiungerlo. Fino ad oggi solo due missioni, entrambe NASA, hanno raggiunto Mercurio: Mariner 10 negli anni 70 (progettata solo per un sorvolo, meno complicato di una immissione in orbita) e MESSENGER (lanciata nel 2004 e arrivata nel 2011).

BepiColombo è la prima missione europea, realizzata con la collaborazione dell’Agenzia Spaziale Giapponese JAXA, destinata ad esplorare il pianeta. Prende il suo nome dal matematico e ingegnere italiano Giuseppe “Bepi” Colombo (1920-1984), famoso per i suoi studi su Mercurio, utilizzati dalla NASA per il flyby di Mariner 10. Dopo la partenza di stanotte, serviranno 7 anni di viaggio e diversi fly-by di Terra, Venere e Mercurio stesso per poter raggiungere, con la velocità giusta, il punto per l’immissione in orbita delle sonde scientifiche. La sfida maggiore sarà quella di contrastare l’attrazione gravitazionale solare attraverso un motore ionico, che terrà sotto controllo la velocità di BepiColombo.

 

La missione

BepiColombo è composto da tre moduli: il Mercury Transfer Module (MTM), dotato della propulsione ionica allo Xeno necessaria per il viaggio, e due sonde scientifiche, MPO e MMO. MPO (Mercury Planetary Orbiter) è stata costruita da ESA ed ha come obiettivo lo studio della superficie di Mercurio. Trasporta a bordo diverse missioni scientifiche, realizzate da 86 imprese di 16 paesi diversi, che vanno da altimetri per caratterizzare la topografia e la morfologia di Mercurio (BELA, BepiColombo Laser Altimeter) ad accelerometri ad alta precisione per testare la relatività generale di Einstein in condizioni senza precedenti (ISA, Italian Spring Accelerometer).

MMO (Mercury Magnetospheric Orbiter) è la sonda realizzata da JAXA con l’obiettivo di studiare il campo magnetico generato da Mercurio, un’aspetto del pianeta ancora poco compreso dai ricercatori. A differenza di MTM e MPO, rivestiti da una copertura termica multistrato per proteggerli da una ambiente dove la temperatura raggiunge facilmente i 450°C, MMO non è dotata di un rivestimento termico dello stesso tipo. Ruoterà invece su se stessa, circa 15 volte al minuto, in modo da non esporre mai la stessa faccia verso il Sole ed evitare il surriscaldamento. Per questo motivo, però, finché non sarà immessa in orbita e non inizierà la sua rotazione la sonda rimarrà protetta all’interno di uno scudo solare.

Fonti:

Giovanni Natalini
Studente del corso magistrale di Ingegneria Elettronica all'università di Roma Tor Vergata. Appassionato di scienza, tecnologia e spazio.

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