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Nucleare- i miti da sfatare

Iniziamo oggi una serie di brevi articoli nei quali tratteneremo i cosiddetti “Miti da sfatare” in campo energetico. Speriamo che questa rubrica possa così fare chiarezza su diversi aspetti delle fonte energetiche che comunemente creano delle incomprensioni a chi non è del campo.

In questo caso parleremo del “nucleare” e andremo brevemente a confutare e spiegare la seguente e purtroppo comune affermazione:

“Le nuove centrali a fissione nucleare e/o la tecnologia a fusione nucleare sono la risposta al nostro problema energetico.”

Il nucleare negli ultimi 50 anni ha riscontrato alti e bassi nei suoi investimenti e nell’ approvazione scientifica e politica; possiamo dividerlo in due tecnologie differenti: fissione nucleare e fusione nucleare.

In particolare il “sogno” nucleare si affida alle centrali nucleari di quarta generazione e alla fusione nucleare: la prima è ancora in fase di sviluppo e con tempi di realizzazione ben lontani dal rappresentare una soluzione immediata per sostituire i combustibili fossili come fonte di energia in modo da ridurre l’ inquinamento ambientale. La seconda, anch’ essa in fase di sviluppo, sta avendo lentissimi progressi negli ultimi decenni e si stima non potrà essere commercializzata prima di 30 – 40 anni. ( Per approfondire sulla fusione leggasi articolo La fusione nucleare ).

Fissione

Considerata l’ energia del futuro nel post Seconda Guerra Mondiale in quanto permetteva di produrre enormi quantità di energia da una fonte apparentemente “pulita”,  si è poi rivelata un’ arma a doppio taglio per quanto riguarda i rischi e il fattore scorie; gli incidenti di Chernobyl del 1986 e quello di Fukushima Dai-ichi ne hanno evidenziato la pericolosità.

Nel caso della fissione i fattori da considerare per poter valutare la sostenibilità ecologica e sociale di questa fonte di energia possono essere sintetizzati nei seguenti punti:

  • Le scorie prodotte dalle centrali rimangono radioattive per decine di migliaia di anni e la loro collocazione in sicurezza è un problema ancora non risolto.
  • L’ uranio, il combustibile nucleare alla base di questa tecnologia è una risorsa limitata oltre che distribuita in maniera disomogenea sul pianeta (può quindi portare a conflitti tra le varie Potenze).
  • Lo smantellamento delle centrali nucleari una volta finito il loro ” ciclo di vita” è ancora irrisolto, e anche questo aspetto verrebbe lasciato alle generazioni future.
  • Dato il duplice possibile utilizzo delle centrali nucleari sia in campo civile che in campo militare, aumentarle significherebbe accrescere le tensioni e i conflitti mondiali.
  • Gli incidenti nucleari possono accadere anche in paesi tecnologicamente avanzati come il Giappone e portare all’ isolamento dell’ intera zona per centinaia di anni (questo in base ovviamente alla gravità dell’ incidente).

Fusione

Tecnologia ben diversa dalla “cugina fissione”, sfrutterebbe il processo che alimenta il Sole e le altre stelle; due nuclei atomici leggeri si fondono per formarne uno più pesante con massa minore della somma delle masse reagenti. Già sfruttata in forma incontrollata nella Bomba ad idrogeno o bomba H, è oggetto di numerosi studi come il progetto ITER (International Thermonuclear Experimental Reactor), ma negli ultimi anni ha presentato costi troppo elevati e tempi previsti che si allungano sempre di più. In sintesi una tecnologia che potrebbe rivoluzionare il sistema energetico mondiale ma che non può dare una risposta immediata all’ inquinamento ambientale.

 

Fonti

  • Energia per L’astronave Terra – Armaroli, Balzani – Terza edizione
Davide Burdo
Dottore in Ingegneria Energetica e studente della specialistica, appassionato alle tecnologie che sfruttano le risorse rinnovabili ed a modi innovativi per la produzione e distribuzione di energia, ritengo che la transizione energetica verso le "green energies" sia una grande possibilità di cambiamento.

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