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InSight: next stop Marte!

Non potevamo assolutamente non parlare, considerando anche il nome, di InSight: la sonda della Nasa atterrata sulla superficie del pianeta rosso proprio in questo momento.

Il Progetto

InSight (acronimo di Interior Exploration using Seismic Investigations, Geodesy and Heat Transpor) a differenza delle altre sonde e rover inviati su Marte, punterà a studiare crosta, mantello e nucleo, stimandone un tempo di vita e utilizzo di circa 730 giorni ed utilizzando un sismografo con sensore termico che lavorerà ad una profondità di circa 5 metri.

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L’atterraggio

Il fattore che più di tutti preoccupava ingegneri e tecnici della Nasa era il meteo del pianeta rosso, in particolar modo le forti tempeste marziane che avrebbero potuto ostacolare l’atterraggio nella famosa fase denominata “7 minuti di terrore”. In questo breve lasso di tempo il lander che viaggiava ad una velocità di circa 19.800 km/h  ha decellerato fino a circa 8 km/h per poi atterrare dolcemente. La complessità di tale fase è stata data anche dall’impossibilità di utilizzo di comandi in tempo reale, facendo affidamento sul solo sistema di controllo automatico del quale è dotato InSight. Da terra, grazie anche ai due satelliti, lanciati insieme al lander, è stato possibile monitorare i dati raccolti ed effettuare piccole correzioni portando a termine la missione con successo.

 

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NASA al momento dell’atterraggio

 

Curiosità

Altra bizzarra caratteristica di InSight è un microchip riportante circa 2,4 milioni di nomi. Poco prima dell’inizio della missione era stato creato un form dalla NASA nel quale era possibile inserire il proprio nome ricevendo una mail simile ad una carta d’imbarco e il logo della missione.

 

Fabrizio Miranda
Sono uno studente della facoltà di Informatica dell'Università La Sapienza di Roma. La mie più grandi passioni sono l'informatica e l'elettronica. Amo il nuoto, la natura e gli Oasis.

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