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Lo Sviluppo Sostenibile

Cos’è lo “Sviluppo Sostenibile”?

Cerchiamo di capire cosa effettivamente si intende con “Sviluppo sostenibile” ed esplichiamo la differenza tra i termini “rinnovabile” e “sostenibile”, il tutto al fine di iniziare un ciclo di articoli volti a sensibilizzare le nostre future scelte quotidiane nonché lavorative.

La definizione:

“Sustainable development is development that meets the needs of the present without compromising the ability of future generations to meet their own needs.”

(“lo sviluppo è sostenibile se soddisfa i bisogni delle generazioni presenti senza compromettere le possibilità per le generazioni future di soddisfare i propri bisogni”.)

Questa venne introdotta all’interno del documento “Our Common Future”, altresì noto come Rapporto di Brundtland poiché fu stilato nel 1987 dall’omonimo primo ministro della Norvegia che presiedette la commissione di studio WCED (World Commission on Environment and Development), indetta dalle Nazioni Unite (ONU) al fine di formulare delle linee guida per considerare lo sviluppo e l’ambiente in modo sostenibile. Questo primo documento non fu altro che la pietra miliare su cui si sono fondate le successive decisioni prese nelle “Conference of the Parties” (COP), dalla prima del 1995 di Berlino fino a quella appena terminata di Madrid (COP25) ed alle future che seguiranno.

La lungimiranza di questa definizione ne è il suo stesso senso: le nostre azioni devono tener conto di tutti gli scenari futuri che potrebbero causare, solo così potremmo tutelare i nostri figli nel loro futuro.

Concetti come Ecodesign ed efficienza energetica sono colonne portanti della tecnica, ma sono delle aliquote nella definizione di sostenibilità che vuole si tengano conto di aspetti economici politici e sociali al fine di avere una visione che dia un risultato attendibile ai bilanci delle nostre analisi.

 

Rinnovabile = Sostenibile?

Queste due parole vengono usate solitamente come sinonimi ma, in realtà, il soggetto a cui si riferiscono è completamente diverso e questo porta troppo spesso a fare, piuttosto che la scelta effettivamente più sostenibile, quella più in voga.

Facciamo un esempio: Analizziamo un pannello fotovoltaico.

Una società “X” del settore potrebbe facilmente imbattersi nel fenomeno del Greenwashing esponendo uno slogan a capo della propria campagna di marketing come: “Ricorrete al fotovoltaico, l’energia rinnovabile con cui rendere più verde la vostra casa, fate la scelta più sostenibile!”. Di primo acchitto potrebbe sembrare un invito allettante, infatti chi non penserebbe: “ora chiamerò questa azienda e cercherò di fare qualcosa nel mio piccolo per aiutare la salvaguardia del mondo!”. In realtà non è detto che sia propriamente così: è vero che la fonte risulta effettivamente rinnovabile, ma il problema sta nel fatto che la fonte non è il pannello, bensì il Sole! Il discorso per cui il Sole sia un “pozzo di energia” che si rinnova naturalmente, non implica che il pannello che la sfrutta sia prodotto rispettando normative ISO per l’ambiente, nè tiene conto del suo rendimento di trasformazione globale dell’energia, né dei solventi presenti all’interno poiché necessari al suo funzionamento (i quali, in fase di dismissione, risultano approssimabili quasi a scorie radioattive per come devono essere trattati!).

Questo esempio va preso con le pinze, nel senso che ogni azienda può realmente seguire una traccia sostenibile o meno, inoltre la tecnologia fa passi da gigante colmando costantemente lacune nello stato dell’arte attuale di diverse tecniche. Il punto è  che bisogna sempre mantenere una visione critica di quello che ci passa sotto gli occhi: l’apparenza spesso inganna!

Per chiarezza: la rinnovabilità della fonte energetica risulta una condizione necessaria ma non sufficiente alla sostenibilità del componente trasformante e distribuente l’energia al prodotto e, quindi, all’affermazione della sostenibilità di quest’ultimo.

 

La legge delle cime della montagna

Diamo una analogia grafica per fissare graficamente il concetto di sostenibilità:

Il paesaggio invernale propone un cielo limpido dove diverse cime spiccano sopra una distesa densa di nuvole, ebbene queste sono rappresentative di tutti quei macro-settori predominanti nella nostra cultura quali la politica, la tecnologia, l’ambiente, l’economia, l’istruzione, lo sport, la cucina ecc…

D’altronde tali settori non possono vivere divisi, bensì devono accavallarsi l’uno con l’altro, creando una rete dove sia permesso un confronto iterativo tra tutte le variabili toccanti l’oggetto in analisi direttamente od indirettamente.

Purtroppo, di primo acchito, causa la struttura della società moderna, tendiamo a guardare i problemi solo dal nostro punto di vista, ovvero negli interessi dello specifico settore di appartenenza , quindi vediamo le varie cime tutte separate, ma, in realtà, se potessimo avere una visione più completa del nostro paesaggio, potremmo osservare che tutte quelle cime differenti appartengono alla stessa montagna!

La Legge delle cime della montagna

L’unico modo per garantire la tutela del mondo che lasceremo alle future generazioni è di non lavorare per compartimenti stagni, ma di ragionare e tener conto di tutti gli aspetti a cui sono legate le nostre azioni.

Lavorare in un team ricco di competenze distinte in cui ad ognuna venga data la stessa nobiltà, è una soluzione che sicuramente permette di tendere al raggiungimento della sostenibilità del proprio progetto.

 

La Sostenibilità come un Meta-Principio

In conclusione potremmo definire la sostenibilità come un Meta-Principio, ovvero come un significante il cui significato è in continua evoluzione in funzione di quelle che sono le nuove scoperte tecnologiche, le evoluzioni sociali, le future scelte politiche, etc… Quello che oggi per noi è sostenibile non è detto che lo sarà anche tra 10 anni, proprio qui si trova il senso della necessità di organizzare delle conferenze annuali (COP) nelle quali “aggiustare il tiro” a seconda dei nuovi accadimenti.

 

Leggi anche: Pesca sostenibile

Illustrazioni grafiche relative alla Legge delle cime della montagna a cura di Marco Ginevra

Fonti:

  • Alessandro Lanza, “Lo sviluppo sostenibile”, Il Mulino, 2006.
  • D.M. del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del mare, “Cambia il clima cambia il mondo, l’accordo di Parigi spiegato”, veicolato come inserto pubblicitario su tiratura nazionale Sette, 2015.
Andrea Carrabba
Sono uno studente di Ingegneria Energetica Magistrale presso l'Università di Roma Tor Vergata. La scienza è una via preferenziale per conoscere il mondo ma non è l'unica: possiamo cambiare le cose solo aprendoci a tutte le sfaccettature esistenti e ricordando di avere come denominatore comune delle nostre scelte l'Onestà e la Cultura!

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    2 Comments

    1. bene! ci vuole informazione che faccia cultura, che sappia mettere in fila i principi ed i concetti.
      Solamente cosi crescerà la consapevolezza necessaria per il cambiamento.
      Continua!

      1. Grazie per il feed-back Silvano!
        L’intenzione dell’articolo è proprio quella di iniziare una sensibilizzazione attraverso la descrizione dei concetti base, cercando di renderli accessibili a tutti.

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