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L’Ecodesign

Proseguiamo la nostra sensibilizzazione al concetto di sviluppo sostenibile analizzandone uno degli strumenti cardine del settore industriale: l’ecodesign.

Come si sta evolvendo il settore industriale?

Il settore industriale è inevitabilmente centrale nell’economia di un paese. Pertanto sta risentendo fortemente di tutti quei principi nati a livello internazionale ed implementati nelle scelte politiche di ogni paese facente parte delle “Conference of Parties” (COP), come quello dello Sviluppo Sostenibile o quello della Prevenzione.

A differenza del passato, la ratio ingegneristica non può basarsi esclusivamente su competenze tecnico/economiche, bensì dovrà fornirsi di un team che riesca ad ottimizzare il prodotto da ogni prospettiva, tale da potergli assegnare l’aggettivo “sostenibile” in modo corretto.

 

Cosa è l’Ecodesign?

L’ecodesign è lo strumento fulcro che permette una realizzazione consapevole di un oggetto. In particolare, ci riesce ponendo le sue fondamenta su alcuni strumenti fondamentali come il “Life Cycle Analysis”, il “Design for the environment”, ed il “Plan-Do-Check-Act”.

Life Cycle Analysis

Lo LCA è uno strumento tecnico utile per confrontare prodotti simili, oppure diversi ma con la stessa funzione, suddividendo le principali fasi del ciclo di vita con il relativo peso in termini di impatto ambientale.

Quando si decide di effettuare l’analisi LCA di un prodotto, bisogna innanzitutto identificare i processi coinvolti nel ciclo di vita di ogni suo componente nonché del suo packaging.

La procedura dello LCA è standardizzata a livello internazionale dalle norme ISO 14040 ed ISO 14044; secondo tale convenzione la vita di un prodotto è così suddivisa:

  • Estrazione e fornitura materie prime
  • Produzione
  • Packaging
  • Trasporto dal sito di produzione al punto di vendita
  • Utilizzo
  • Dismissione del prodotto e del packaging

Ogni sezione DEVE dialogare con ciascuna delle altre: il concetto di controllo iterativo va esteso al massimo per comprendere come usare tale strumento efficientemente. Come una ragnatela che risulta tesa solo se ogni lembo tira con gli altri.

 

Lo LCA permette di sviscerare la complessità dell’intero ciclo di vita, permettendo così di individuare quali sono le fasi maggiormente impattanti e che necessitano di interventi, diventando una linea guida fondamentale per il miglioramento dei prodotti esistenti e per la creazione di nuovi.

Il metodo migliore per ottimizzarne i risultati sta nell’utilizzo di indici in cui far convergere l’impatto ambientale proprio delle varie fasi (tali indici potranno avere delle dipendenze trasversali, pertanto potranno impattare con un peso diverso su più di una delle fasi del ciclo).

Ovviamente, a seconda del prodotto in analisi, si avrà una consapevolezza iniziale su quali ne saranno i principali problemi (grazie a delle analisi preventive alla produzione del prodotto specifico, nonché alle competenze pregresse dell’ingegnere), quindi la mossa più intelligente, efficiente, sostenibile, sarà quella di concentrarvi le attenzioni iniziali.

Si tenga a mente che i risultati dello LCA possono essere usati per richiedere certificazioni ambientali utili per due possibilità:

  • possono rappresentare un’arma cruciale di marketing per catturare molti clienti.
  • Possono essere usati per richiedere dei Certificati Bianchi (incentivi) al GSE.

Design for the environment

Il DFE è uno strumento concettuale che deve accompagnare ogni ratio progettuale, infatti prevede una caratterizzazione DINAMICA di ogni fase della vita dell’oggetto.

Per comprendere al meglio questo concetto proviamo a fare un parallelismo qualitativo cercando di tenere a mente il Terzo Principio della Dinamica:

  1. immaginiamo di avere un bicchiere d’acqua trasparente ed associarlo all’“Anno Zero” del nostro iter progettuale.

 

  1. Ora associamo ad ogni fase per la sua realizzazione una certa quantità di un colorante diverso con un contagocce: ci sarà una continua interazione acqua-colori, ma anche una colore-colori.

 

  1. Il concetto di “Design for the environment” non è altro che quella consapevolezza sistemica grazie alla quale nell’inserimento di ogni goccia dovrò considerare ogni combinazione turbolenta di ogni successiva goccia di colorante che andrò ad inserire. Ma non finisce qua: dovrei considerare la forma del bicchiere, del contagocce, le densità in gioco, temperature e pressioni.

Questo esempio è volto a far comprendere al lettore la complessità del processo: bisogna infatti ricordare che, come ogni strumento per lo sviluppo sostenibile, deve confrontarsi con il contesto di utilizzo ed il tempo di realizzazione, al fine di raggiungere il miglior rapporto finale.

 

Plan-Do-Check-Act

Al fine di valutare l’efficacia nell’applicazione del concetto generale di ecodesign esistono dei sistemi logici specifici come il PDCA (Plan-Do-Check-Act), o ciclo di Deming, ovvero un modello studiato per il miglioramento continuo della qualità in un’ottica a lungo raggio. Serve per promuovere una cultura della qualità che è tesa al miglioramento continuo dei processi e all’utilizzo ottimale delle risorse.

Immagine PDCA

Questo strumento parte dal presupposto che per il raggiungimento del massimo della qualità sia necessaria la costante interazione tra ricerca, progettazione, test, produzione e vendita.

 

L’Ecodesign è un concetto dinamico.

Va sottolineata la dinamicità degli strumenti dell’ecodesign, infatti, questa è una ulteriore proprietà caratteristica di quei mezzi necessari al raggiungimento dello sviluppo sostenibile. Il continuo arricchimento tecnologico non può esimersi dal rimettersi continuamente in discussione.

Il concetto di “obsoleto” è il peggior nemico dello sviluppo sostenibile: rappresenta i carboni ardenti per un fachiro, i quali, per quanto egli possa essere bravo a temporeggiare, prima o poi lo spingeranno a correre in avanti, oppure, lo bruceranno!

Fonti:

  • sito ecoflolife
  • Troy R. Hawkins, Bhawna Singh, Guillaume Majeau-Bettez, and Anders Hammer Strømman, “Comparative Environmental Life Cycle Assessment of Conventional and Electric Vehicles”, in Journal of Industrial Ecology, 2012.
  • Le foto relative al bicchiere sono a cura di Andrea Maioli. Per vedere tutte le sue realizzazioni fotografiche potete andare su  Instagram: lamp_photographers
  • amicoperlapelle

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Andrea Carrabba
Sono uno studente di Ingegneria Energetica Magistrale presso l'Università di Roma Tor Vergata. La scienza è una via preferenziale per conoscere il mondo ma non è l'unica: possiamo cambiare le cose solo aprendoci a tutte le sfaccettature esistenti e ricordando di avere come denominatore comune delle nostre scelte l'Onestà e la Cultura!

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