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Droni impollinatori Hi-tech sostituiranno le api?

“I nuovi droni impollinatori hi-tech sostituiranno le api?”

Vi sembra una domanda assurda? Ebbene non è così: gli insetti impollinatori sono in declino ed una delle soluzioni al problema sembrerebbe proprio l’utilizzo dei droni. Ma quanti progetti paralleli sono stati già avviati nel mondo e che risultati hanno ottenuto finora?

Perché le api stanno morendo?

Innanzi tutto il declino degli insetti impollinatori (comprendenti migliaia di specie di api selvatiche , coleotteri, farfalle e mosche) è dovuto a diversi disturbi antropici quali: la distruzione di habitat, la frammentazione del paesaggio, l’uso di pesticidi e l’ormai noto riscaldamento globale che causa eventi meteorologici intensi sempre più frequenti. [1]

Dal 1961 al 2010, l’economia agricola mondiale è cresciuta più del 300%. Da ciò deriva una richiesta di impollinatori sempre più urgente dato che, negli ultimi decenni, il numero di arnie è cresciuto solo del 45% e il declino degli impollinatori selvatici aumenta. Circa l’80% delle piante a fiore in natura dipendono da insetti impollinatori, quindi è facile capire come anche le nostre coltivazioni dipendano da loro! Tale servizio, chiamato dai biologi “servizio ecosistemico”, ha fornito nel 2005 153 miliardi di euro all’economia agricola mondiale (considerando solo i prodotti per uso umano). E’ bene sottolineare però che importanti colture, quali il riso o il grano, non dipendono da tale servizio, dal momento che la loro fecondazione è mediata dal vento. [2]

Droni in soccorso (dell’economia agricola)

Dal momento che siamo più bravi a trovare una soluzione ai problemi generati “da noi stessi”, piuttosto che eliminare a monte tutta una serie di atteggiamenti e politiche malsane, eccoci qua a parlare di droni hi-tech. Di come questi stiano rivoluzionando diversi aspetti della vita quotidiana ne abbiamo parlato qui.

Harvard University, USA

Iniziamo con un team di ricerca di Harvard che ha sviluppato dei mini-droni delle dimensioni di una monetina ed un peso di appena 80 mg. Una delle più affascinanti soluzioni per i loro minuti prototipi sono i “muscoli” del volo caratterizzati da componenti piezoelettrici (materiali capaci di trasformare l’energia elettrica in calore e viceversa). Tale soluzione rende possibile sbattere le ali 120 volte al secondo! Il progetto è ancora in via sperimentale dal momento che una delle più grandi sfide attuali è trovare una fonte di energia minuscola da montare su questi miracoli della tecnologia.

Figura 2: Mini-drone Hi-tech.

Istituto “Aist” di Tsukuba, Giappone

C’è chi pensa a miniaturizzare i droni e chi prova a risolvere il problema biologico che la cara evoluzione ha già risolto per le attuali specie impollinatrici: in che modo far attaccare il polline? Così, l’Istituto nazionale di scienze e tecnologie industriali avanzate (Aist) di Tsukuba ha prodotto un gel ionico liquido (ILG) capace di agganciare e sganciare grandi quantità di polline quando il drone colpisce goffamente gli stami del fiore (in questo caso una specie di giglio). Tale gel sarebbe posto su un supporto e possiederebbe delle prestazioni chimico-fisiche sbalorditive in termini di peso, resistenza al calore, elasticità e molto altro. Per i più curiosi, questo è lo studio pubblicato su Cell.

Azienda Aermatica3D, Italia

Arriviamo ora in Italia con un tipo di impollinazione differente da quella che ci stavamo immaginando fino ad ora: l’impollinazione anemofila. Come dicevamo, non tutte le piante hanno bisogno degli impollinatori ma gli basta l’azione del vento per far sì che quantitativi molto maggiori di polline disperdendosi vadano a segno qua e là. Allora perché non far volare droni che sparano polline su tutto il campo agricolo? È il caso delle coltivazioni del noce, specie arborea che affida al vento la sua impollinazione e che, nei primi anni di vita, è affetta da un fenomeno per cui si sviluppano prima le infiorescenze maschili di quelle femminili. Così, mentre il polline si disperderebbe nell’aria, non ci sarebbero molti fiori femminili capaci di accoglierlo causando una scarsa produzione di noci. Nell’articolo di AgroNotizie si riporta che bastano 25-50 grammi di polline di noce, aspirato in precedenza, per impollinare un ettaro di noceto. Tuttavia, l’uso dei sofisticati droni con volo indipendente fa alzare di molto il costo di produzione di questo gustoso seme.

Conclusioni

Se gli impollinatori scomparissero o venissero drasticamente a diminuire, non sarà minacciata solo l’economia mondiale che, ad oggi, non ha tutte le soluzioni per tale problema. Come avrete ormai capito, dalla loro funzione dipendono la maggior parte delle specie vegetali che a loro volta sorreggono interi ecosistemi naturali in tutto il mondo. Quindi, i droni impollinatori hi-tech sostituiranno le api? Forse potranno. L’uomo potrà pure impollinare le sue specie agricole da solo ma, senza una salvaguardia della biodiversità, sarà come vivere in oasi sintetiche in mezzo ad un enorme deserto.

Per altri esempi:

Le mele di New York

Dropcopter’s Mission

 

Fonti:

[1] Peter G. Kevan & Blandina F. Viana (2003): The global decline of pollination services, Biodiversity, 4:4, 3-8

[2] Simon G.Potts, Jacobus C.Biesmeijer, ClaireKremen, PeterNeumann, OliverSchweiger, William E.Kunin (2010). Global pollinator declines: trends, impacts and drivers. Volume 25, Issue 6, June 2010, Pages 345-353.

 

PhotoCredit:

Figura 1

Figura 2

Life Il Faro dei Curiosi
LIFE - Il Faro dei Curiosi è una pagina di divulgazione scientifica nata nel 2018 dalla condivisione delle idee e delle passioni di quattro giovani Biologi Romani (Jacopo, Lorenzo, Luca e Matteo) che, con spirito critico e amore per la conoscenza, vi mostreranno curiosità, riflessioni e molto altro sulla scienza che studia il mistero della vita, la biologia. La nostra community è attiva su Facebook, Instagram e Telegram. Ognuno di noi ha una luce, una piccola lanterna che può puntare dove desidera. Sta a noi decidere di puntarla in quelle zone più buie dove l’uomo, per pigrizia o negligenza, non vuole avventurarsi. Forse la piccola luce di un faro sulla costa non farà attraccare le grandi navi nel porto, ma potrà essere un punto di riferimento importante per tutti coloro che vogliono dominare le onde della loro stessa curiosità. Instagram: https://www.instagram.com/life_ilfarodeicuriosi/?hl=it

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